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La razza
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Con o senza pedigree?
(13649 letture)
di Maria Grazia Bregani - Presidente del Club Italiano del Gatto
Abissino e Somalo
E' tuttavia necessaria una precisazione preliminare: ad oggi, per la legislazione italiana, l'unico pedigree ufficialmente e pubblicamente valido è il "Certificato Genealogico", emesso in nome e per conto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) dall'ANFI. Per lo Stato italiano, cioè, può essere definito gatto di razza esclusivamente un gatto che abbia un Certificato Genealogico, e non un comune pedigree o, peggio ancora, nessun documento valido. Tant'è vero che chi cede come gatto di razza un gatto sprovvisto di Certificato Genealogico può essere denunciato alle autorià competenti per illecito amministrativo e dovrà pagare una multa che potrà essere davvero molto cara! Se si decide di adottare un gatto di razza, è quindi assolutamente necessario che esso sia accompagnato dal Certificato Geneaologico. Questo per vari motivi:
Non ci si deve mai fidare della parola, delle mille assicurazioni che possono essere date da chi cede un gatto di 'razza pura', ma senza Certificato Genealogico! Solo ed esclusivamente la presenza di un Certificato Genealogico può attestare la reale appartenenza di quel gatto ad una razza: le rassicurazioni, le garanzie a voce non valgono niente. Chi prende un gatto che 'sulla parola' è 'sicuramente' un gatto di razza pura o che viene spacciato come tale senza essere accompagnato dall'unico documento che comprova la sua appartenenza ad una razza (cioè il Certificato Genealogico), potrà al massimo dire di possedere un gatto che è di 'tipo simile' a quello di un gatto di razza, nulla più. In altri termini, tra quel gatto lì e un qualunque meticcio di quelli che vivono per strada non c'è legalmente alcuna differenza, tranne, forse, i molti soldi spesi per portarsi a casa quel gatto particolare. Un gatto di razza può costare una cifra rilevante: perché allora non chiedere l'unico documento che attesta e garantisce che non siete stati ingannati? Alcuni credono che prendendo un gatto senza Certificato Genealogico si possa pagare meno, e lo chiedono per questo. Purtroppo, niente di più sbagliato. Basta andare in un negozio dove vendono 'gatti di razza', affidarsi a siti che pubblicizzano 'gatti di razza', senza alcun documento valido a comprovarlo e confrontare la cifra che chiedono con quella che chiede un allevatore serio, che cede i gatti solo con Certificato Genealogico. Non è infatti il Certificato Genealogico in quanto tale che fa salire il prezzo complessivo del gatto, poiché si tratta di un documento il cui costo -in media intorno ai 20 euro- non incide particolarmente sulle spese di allevamento. La presenza del Certificato Genealogico serve a garantire (ed è obbligo di legge!) che ci si trova di fronte ad un soggetto che è pienamente in regola, da tutti i punti di vista: è cioè una garanzia, l'unica per lo Stato italiano, di correttezza e serietà da parte dell'allevatore. Infatti l'emissione di un Certificato Genealogico non garantisce solo la corretta genealogia del gatto, ma è l'ultimo atto di una serie di azioni regolate e controllate dalle leggi dello Stato:
![]() La presenza di un Certificato Genealogico è cioè una garanzia sulla serietà dell'allevatore, perché, nel momento in cui un allevatore fa richiesta di Certificato Genealogico per un gatto, egli rende pubblico e controllabile il proprio operato e dichiara di agire secondo quanto prescritto dalla legge italiana. Alcuni credono che un gatto di razza, ma meno bello, non meriti un Certificato Genealogico: falso. Il Certificato Genealogico non attesta la bellezza del singolo gatto, ma la purezza della genealogia e il rispetto della legge da parte dell'allevatore. Non c'è quindi motivo per cui un gattino, magari meno bello dei suoi fratelli, sia ceduto senza Certificato Genealogico: le sue linee sono pure tanto quanto quelle degli altri cuccioli e i protocolli secondo i quali è stato allevato sono gli stessi! Ha quindi gli stessi diritti, come ha gli stessi diritti di ogni altro cittadino colui al quale viene ceduto!
© 2007 - 2010 Maria Grazia Bregani
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